
La storia di Giuseppe Garrera dimostra in modo concreto come dal mondo degli scarti possano emergere le preziosità del passato, e in questo modo salvare la storia e la cultura.
Giuseppe Garrera classe ’62, è uno storico dell’arte, collezionista, curatore romano e dal 2013 è Coordinatore Scientifico del Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali della 24ORE Business School di Roma. La sua passione per i mercatini delle pulci lo ossessiona a tal punto che il sabato notte raramente va a dormire, perché la sua caccia al tesoro si gioca proprio quando la Città Eterna dorme ancora. I mercatini delle pulci di Roma, che Garrera chiama «la mia caverna di Alì Babà», sono fonti inesauribili di oggetti dal valore inestimabile e la missione del collezionista è proprio quella di salvarli dalla distruzione e disintegrazione.
Negli anni, è diventato amico di vari svuotacantine ed in questo modo ha avuto la possibilità di mettere mano per primo su molti tesori nascosti, operazione che secondo lo stesso «è una sorta di cerimonia funebre, di lutto e distruzione, d’incendio e dissolvimento da cui estraggo gli oggetti che devono essere salvati».
Garrera, come un vero esploratore, va alla ricerca degli oggetti frutto delle dimenticanze e disattenzioni della società per portarli in salvo: egli vede nell’oggetto usato e antico una speciale «auricità», capace di cristallizzare la storia. Per questo motivo parla di «vertigine dell’oggetto», perché quando scova i suoi ritrovamenti ha la sensazione di tornare indietro nel tempo e rivivere la storia. Questa sua fascinazione verso questi oggetti-talismano deriva secondo lo stesso collezionista dalla lettura dell’Eneide di Virgilio; il passo in cui Enea regala a Didone il velo di Elena (causa della distruzione della città di Troia) ha avuto su di lui una potente ascendenza, perché quell’oggetto donato era stato salvato dalla devastazione della guerra, e chissà quanti altri oggetti vennero salvati.
Così, tutti i fine settimana si aggira in esplorazione tra le nettezze della metropoli romana, rovistando soprattutto tra i mercatini di Porta Portese e Piazzale Ostiense: questa caccia al tesoro, che vive come se fosse una favola, negli anni ha permesso lui di fare eccezionali ritrovamenti, tanto che ne è nata una collezione privata di estrema rarità, che Garrera ha deciso di condividere con il pubblico dando vita ad alcuni progetti espositivi.