A Venezia, nel Febbraio del 2015, la signora S.S. si recò ad un mercatino di beneficienza in via Isola di Cerigo, organizzato dall’associazione benefica Una mano per tutti, che era solita allestire il mercatino in alcuni weekend dell’anno, con la finalità di raccogliere fondi da destinare al finanziamento delle proprie attività sociali.
La signora, che abita al Lido nella zona di Città Giardino, rimase colpita da un quadro per il senso di spiritualità che le trasmetteva e, così, decise di acquistarlo per l’onesta cifra di 10 euro. Quando tornò a casa, fece una ricerca sull’autore del quadro e scoprì che era un certo Tong Hongsheng, un artista non ignoto al mercato dell’arte, che nel 2013 aveva partecipato all’ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, nel Padiglione della Repubblica Popolare Cinese. L’artista cinese è conosciuto per le suo particolari pitture ad olio, che spesso ritraggono monaci buddisti nei vari momenti delle loro attività quotidiane. L’artista ha sviluppato una poetica artistica incentrata su una propria ricerca spirituale, che lo ha indotto a esplorale in modo ossessivo la religiosità buddista. Prima di interessarsi a questo tema, era conosciuto soprattutto per i suoi ritratti, che raffiguravano personaggi famosi dal Dalai Lama a Richard Gere.
La donna scoprì, inoltre, che Tong Honghsheng era stato di recente ricevuto a colloquio da Papa Francesco, al quale l’artista aveva donato un ritratto che lo raffigurava. Confidò l’avvenimento ad un suo amico antiquario, ma presto la notizia fece il giro del Lido e i giornalisti si interessarono della storia. Secondo gli esperti il quadro sarebbe quotato sul mercato dell’arte per oltre 200 mila euro.
Tuttora non si sa come il dipinto sia finito all’interno del mercatino, che come rivelarono i promotori «viene allestito con merce che ci è regalata da amici delle vetrerie, aziende che ci vogliono sostenere, o anche cittadini normali che magari ci danno in regalo oggetti che non vogliono tenere a casa. Appunto quadri o altre opere, troppo grandi, e vogliono liberare scantinati o magazzini». I volontari, non essendo esperti in materia, organizzavano il mercatino senza interessarsi troppo al valore reale degli oggetti, che spesso venivano venduti ad un prezzo più basso rispetto al valore di mercato effettivo.
